Bimbi in fiera, senza storytelling è un investimento sprecato

Se vuoi progettare un’experience davvero d’effetto per il tuo evento per bambini in fiera, il segreto è costruire un ambiente narrativo. Ti spiego in pochi passi come fare.

Per la tua azienda sei quello che organizza lo stand a Bimbi in fiera o ad altre fiere dedicate alle famiglie? Se sì, di sicuro sarai d’accordo con me su due cose.

  1. A certe fiere, quelle più importanti e frequentate nel tuo settore, non puoi non esserci. Volente o nolente, se ci sono tutti i tuoi competitor, DEVI esserci anche tu.
  2. Presidiare una fiera è costoso. Ed è una faticaccia. Hai l’impressione che ogni anno la concorrenza sia sempre più agguerrita e facciano tutti a gara a chi fa le cose più in grande (e butta più soldi dalla finestra). I visitatori sono sempre più distratti e, se vuoi farti notare, devi letteralmente sgomitare.

Ecco, se la pensi così, sappi che non sei il solo. Se i tuoi colleghi fanno finta di niente, a questo punto te lo confermo io. Organizzandoli in prima persona o come fornitore di altre agenzie, ho visto davvero tanti eventi e spazi per bambini in fiera. So bene quanto lavoro c’è dietro, e immagino lo stato d’animo quando poi porti i numeri al tuo capo e ti senti rispondere “tutto qui?”.

Per questo, voglio darti un paio di dritte che ti aiuteranno a ripensare da zero il tuo modo di partecipare a una fiera. E soprattutto ti daranno una mano a ottenere risultati, quelli veri. Per non farti perdere tempo, ti do subito un’anticipazione: se vuoi avere successo, non sei costretto a spendere di più rispetto all’anno scorso. Il segreto sta in una cosa molto, molto diversa.

Presidiare una fiera significa costruire un ambiente narrativo

La questione è semplice. Le aziende (qualsiasi azienda, anche la mia e la tua) vogliono vendere, fare numeri. Ma oggi non puoi vendere nulla che non sia carico di significati. I tuoi clienti non scelgono tra un prodotto e l’altro, ma vanno alla ricerca di un’esperienza. Per le fiere vale lo stesso discorso: si fermeranno nel tuo stand o nel tuo corner solo se ci troveranno un’esperienza significativa che si collega alla loro storia.

E non è solo una bella frase a effetto; quelle le lascio volentieri agli universitari, che possono ancora permettersi il lusso di non pensare ai numeri.

Questa, al contrario, è una cosa molto concreta. Tant’è che esistono delle vere e proprie variabili di progettazione che ti permettono di trasformare uno spazio fieristico in un ambiente narrativo.

Io le ho prese a prestito da un libro, Space Drama, scritto da Andrea Fontana, il maggiore esperto in corporate storytelling nel panorama italiano.

Se non ne hai mai sentito parlare, ti consiglio di andare immediatamente su Google a cercarlo. Prima, però, finisci di leggere questo post, perché in poche righe ti anticiperò le regole più importanti.

Devi far crollare le barriere tra fantasia e realtà

Il bello di andare al cinema è lasciarsi assorbire al 100% dal film. Razionalmente sappiamo benissimo di avere di fronte uno schermo che mostra gli attori mentre recitano un copione. Questo, però, non ci impedisce di restare col fiato sospeso o immedesimarci nelle loro avventure.

Il tuo spazio in fiera deve riuscire a fare esattamente la stessa cosa.

Non significa che devi prendere in giro la gente, ma che devi costruire un universo narrativo in cui tutto è possibile. Un universo narrativo che sospende le capacità critiche del visitatore e gli permette di credere a quello che vede o ascolta.

Spade laser, draghi malefici, galeoni dei pirati: per chi è immerso nel racconto, tutte queste cose esistono davvero.

E se puoi riuscirci con gli adulti, figurati quanto diventa facile con i bambini, che hanno una fantasia molto più allenata della nostra e non vedono l’ora di immaginare un mondo magico!

I 6 elementi che devi progettare per il tuo stand in fiera

“Interessante, ma… ho a disposizione 16 metri quadrati a Bimbi in fiera e un budget che è la metà di quello che avevo chiesto al mio capo, cosa me ne faccio?”.

Tranquillo, adesso arriviamo anche a questo. Sempre prendendo spunto da Space Drama, ora ti indico uno per uno gli elementi su cui dovrai lavorare.

  1. Il visitatore dev’essere il tuo punto di partenza, SEMPRE. Ci sono alcune storie classiche che catturano l’attenzione dei bambini di ogni epoca (pensa ad esempio a tutte quelle che ruotano attorno al viaggio). Riesci a trovarne una che calzi a pennello con la tua azienda? E conosci le storie che fanno impazzire i bambini di oggi?
  2. La core story, cioè il tuo racconto principale. Se vuoi che il tuo spazio a Bimbi in fiera non sia solo un costoso passatempo ma porti dei risultati concreti per il tuo business, dovrai progettare questo racconto sulla base della natura, dell’identità e dei valori del tuo brand.
  3. Gli strumenti di conversazione con cui diffonderai la tua core story: da quelli classici come volantini e brochure, fino ai gadget e ai giochi per i bambini. Vuoi un consiglio? Meglio distribuirne cento che abbiano un significato, che sprecare soldi per regalarne mille a persone a caso che poi li getteranno via.
  4. Lo storyteller, cioè la “voce” che racconta la storia e si relaziona con i bambini, il “padrone di casa” del tuo spazio espositivo: un animatore, la mascotte della tua azienda…
  5. Il tempo del racconto, vale a dire il programma delle tue attività. Devi calibrarlo in modo realistico: i visitatori devono avere il tempo di vivere una marketing experience memorabile, ma al tempo stesso non puoi sperare che si fermino solo nel tuo stand e lascino perdere tutto il resto.
  6. La scenografia del tuo spazio, che dev’essere coerente, distintiva e (questo non smetterò mai di sottolinearlo) allineata all’identità del tuo brand. L’ideale è trovare un equilibrio fra i tre macro-tipi di spazi simbolici: i luoghi di potere e di forza dove i bambini trovano oggetti (magari proprio i tuoi prodotti e i tuoi gadget) con cui fare qualcosa di nuovo; i luoghi di scoperta in cui si lasciano affascinare e meravigliare (magari fatti aiutare da video e immagini); e i luoghi di cura e amore, come le aree morbide in cui si sentono protetti.

Ti confesso una cosa: il libro di Andrea Fontana per me è stato davvero risolutivo. Da quando ho iniziato a prendere confidenza con queste sei variabili e a metterle in pratica, il mio modo di organizzare eventi è cambiato dal giorno alla notte. E, dopo aver visto i risultati, non tornerò più indietro!

Se vuoi una mano a creare una storytelling experience per la tua prossima fiera, contattami.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *